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SAPPORO 1972, GRANDE GUSTAVO!

Sapporo 1972 è la prima Olimpiade asiatica della storia. Ma è un’edizione dei Giochi memorabile per l’Italia, grazie soprattutto a Gustavo e Rolando Thoeni, ma anche a Paul Hildgartner, Walter Plaikner e Nevio De Zordo.
Ma andiamo per gradi.
Il periodo preolimpico era vissuto sulle polemiche relative al professionismo, che portarono alla squalifica dell’austriaco Karl Schranz, uno dei più forti interpreti dello sci alpino mondiale, che fu costretto a vivere da spettatore le gare che lo avrebbero visto protagonista, in particolar modo la discesa.
Ciò però non inficiò la grande impresa di Gustavo Thoeni, terzo a metà gara nel gigante e poi bravo a risalire fino alla medaglia d’oro. La seconda nella storia dello sci maschile, dopo quella di Zeno Colò di vent’anni prima. Nello slalom, Thoeni ci riprovò, ma si dovette accontentare dell’argento alle spalle del sorprendente spagnolo Paco Fernandez Ochoa, che conquistò quella che, a tutt’oggi, è l’unico oro olimpico invernale per il suo Paese. Gustavo fu comunque secondo e alle sue spalle si piazzò il cugino, Rolando Thoeni, a colorare d’azzurro quel fantastico podio.
Nello slittino arrivò l’oro nel doppio, grazie a Paul Hildgartner e a Walter Plaikner, che pareggiarono il tempo dei tedeschi orientali Horst Hoernlein e Reinhard Bredow: un’autentica sorpresa. Nel bob a 4, Nevio De Zordo guidò il suo equipaggio alla conquista dell’argento, alle spalle dell’elvetico Jean Wicki. Il podio olimpico è salvo, nella Formula 1 del ghiaccio, anche dopo il ritiro del grande Eugenio Monti.
Memorabile la tripletta dei padroni di casa nel salto dal trampolino piccolo, così come i tre ori dell’olandese Ard Schenk nel pattinaggio di velocità e della sovietica Galina Kulakova nel fondo.
Doppia sorpresa nello sci alpino femminile, grazie alla 17enne semisconosciuta svizzera di San Gallo Marie-Thérèse Nadig che batte sia in discesa che in gigante la strafavorita austriaca Annemarie Proell.

SAPPORO 1972, GRANDE GUSTAVO!
Sapporo 1972 è la prima Olimpiade asiatica della storia. Ma è un’edizione dei Giochi memorabile per l’Italia, grazie soprattutto a Gustavo e Rolando Thoeni, ma anche a Paul Hildgartner, Walter Plaikner e Nevio De Zordo.
Ma andiamo per gradi.
Il periodo preolimpico era vissuto sulle polemiche relative al professionismo, che portarono alla squalifica dell’austriaco Karl Schranz, uno dei più forti interpreti dello sci alpino mondiale, che fu costretto a vivere da spettatore le gare che lo avrebbero visto protagonista, in particolar modo la discesa.
Ciò però non inficiò la grande impresa di Gustavo Thoeni, terzo a metà gara nel gigante e poi bravo a risalire fino alla medaglia d’oro. La seconda nella storia dello sci maschile, dopo quella di Zeno Colò di vent’anni prima. Nello slalom, Thoeni ci riprovò, ma si dovette accontentare dell’argento alle spalle del sorprendente spagnolo Paco Fernandez Ochoa, che conquistò quella che, a tutt’oggi, è l’unico oro olimpico invernale per il suo Paese. Gustavo fu comunque secondo e alle sue spalle si piazzò il cugino, Rolando Thoeni, a colorare d’azzurro quel fantastico podio.
Nello slittino arrivò l’oro nel doppio, grazie a Paul Hildgartner e a Walter Plaikner, che pareggiarono il tempo dei tedeschi orientali Horst Hoernlein e Reinhard Bredow: un’autentica sorpresa. Nel bob a 4, Nevio De Zordo guidò il suo equipaggio alla conquista dell’argento, alle spalle dell’elvetico Jean Wicki. Il podio olimpico è salvo, nella Formula 1 del ghiaccio, anche dopo il ritiro del grande Eugenio Monti.
Memorabile la tripletta dei padroni di casa nel salto dal trampolino piccolo, così come i tre ori dell’olandese Ard Schenk nel pattinaggio di velocità e della sovietica Galina Kulakova nel fondo.
Doppia sorpresa nello sci alpino femminile, grazie alla 17enne semisconosciuta svizzera di San Gallo Marie-Thérèse Nadig che batte sia in discesa che in gigante la strafavorita austriaca Annemarie Proell.










