INNSBRUCK 1976, L’ORO DI PIERO GROS

27 Novembre 2025

I Giochi invernali del 1976 furono assegnati in fretta e furia ad Innsbruck solo nel 1973, dopo che un referendum popolare aveva espresso la netta contrarietà dei cittadini di Denver – città designata – a ogni tipo di lavoro sul territorio americano.
Ad Innsbruck furono invece felicissimi di tornare ad ospitare un’edizione olimpica a soli 12 anni dalla precedente e con gli impianti praticamente già pronti. Rappresentò anche una sorta di “risarcimento” per il Paese che aveva dovuto sopportare la squalifica dell’idolo nazionale Karl Schranz ai precedenti Giochi di Sapporo.
Per l’Italia furono i Giochi che espressero l’ultima fiammata della Valanga Azzurra, ultra vittoriosa nei primi anni ’70, e ormai prossima al declino. Si trattò, però, di una fiammata molto potente, che portò medaglie importanti alla squadra azzurra.
Piero Gros fece suo l’oro nello slalom maschile, davanti a Gustav Thoeni, che riuscì a vincere il titolo Mondiale della combinata (allora alle Olimpiadi si assegnavano anche i titoli iridati). Claudia Giordani, vinse l’argento nello slalom femminile, battuta solo da Rosi Mittermaier, la protagonista di quell’edizione dei Giochi, cui fu affibbiato il nomignolo di “Golden Rosie”. Herbert Plank si aggiudicò il bronzo nella discesa, alle spalle di super campioni come Franz Klammer e Bernhard Russi. Il gigante maschile evidenziò i primi schicchiolii degli azzurri. Bisogna tener conto che, negli ultimi due anni, mai c’era stato un gigante senza italiani sul podio. Ad Innsbruck invece, vinse lo svizzero Heini Hemmi, davanti a Ernst Good, mentre terzo fu Ingemar Stenmark, che cominciava ad affacciarsi alle parti alte delle classifiche. Thoeni fu quarto, nonostante il primo posto della prima manche. Gros uscì nella seconda manche. Rimasero in classifica Fausto Radici settimo e Franco Bieler ottavo. Poco, rispetto alle aspettative.
Nel biathlon fu grande il rammarico per il quarto posto di Willy Bertin, tradito dalle prove al poligono. Il flop azzurro nel fondo fu invece attribuito ad un errore nelle scioline. Anche nel bob, sport dominato dagli azzurri fino a pochi anni prima, l’Italia dovette cedere il passo soprattutto ai tedeschi.
Nella prova ritmica di danza sul ghiaccio da segnalare il buon sesto posto per la coppia Matilde Ciccia-Lamberto Ceserani, che presentarono un programma musicale molto ampio: da Rossini, a Chopin a Offenbach, con il suo can-can.

INNSBRUCK 1976, L’ORO DI PIERO GROS

27 Novembre 2025

I Giochi invernali del 1976 furono assegnati in fretta e furia ad Innsbruck solo nel 1973, dopo che un referendum popolare aveva espresso la netta contrarietà dei cittadini di Denver – città designata – a ogni tipo di lavoro sul territorio americano.
Ad Innsbruck furono invece felicissimi di tornare ad ospitare un’edizione olimpica a soli 12 anni dalla precedente e con gli impianti praticamente già pronti. Rappresentò anche una sorta di “risarcimento” per il Paese che aveva dovuto sopportare la squalifica dell’idolo nazionale Karl Schranz ai precedenti Giochi di Sapporo.
Per l’Italia furono i Giochi che espressero l’ultima fiammata della Valanga Azzurra, ultra vittoriosa nei primi anni ’70, e ormai prossima al declino. Si trattò, però, di una fiammata molto potente, che portò medaglie importanti alla squadra azzurra.
Piero Gros fece suo l’oro nello slalom maschile, davanti a Gustav Thoeni, che riuscì a vincere il titolo Mondiale della combinata (allora alle Olimpiadi si assegnavano anche i titoli iridati). Claudia Giordani, vinse l’argento nello slalom femminile, battuta solo da Rosi Mittermaier, la protagonista di quell’edizione dei Giochi, cui fu affibbiato il nomignolo di “Golden Rosie”. Herbert Plank si aggiudicò il bronzo nella discesa, alle spalle di super campioni come Franz Klammer e Bernhard Russi. Il gigante maschile evidenziò i primi schicchiolii degli azzurri. Bisogna tener conto che, negli ultimi due anni, mai c’era stato un gigante senza italiani sul podio. Ad Innsbruck invece, vinse lo svizzero Heini Hemmi, davanti a Ernst Good, mentre terzo fu Ingemar Stenmark, che cominciava ad affacciarsi alle parti alte delle classifiche. Thoeni fu quarto, nonostante il primo posto della prima manche. Gros uscì nella seconda manche. Rimasero in classifica Fausto Radici settimo e Franco Bieler ottavo. Poco, rispetto alle aspettative.
Nel biathlon fu grande il rammarico per il quarto posto di Willy Bertin, tradito dalle prove al poligono. Il flop azzurro nel fondo fu invece attribuito ad un errore nelle scioline. Anche nel bob, sport dominato dagli azzurri fino a pochi anni prima, l’Italia dovette cedere il passo soprattutto ai tedeschi.
Nella prova ritmica di danza sul ghiaccio da segnalare il buon sesto posto per la coppia Matilde Ciccia-Lamberto Ceserani, che presentarono un programma musicale molto ampio: da Rossini, a Chopin a Offenbach, con il suo can-can.