Ivan Origone: “Un record per papà Domenico che non c’è più. Questa misura è anche per Simone che mi ha aiutato molto”

26 Marzo 2016

Ciò che sorprende di Ivan Origone nei minuti successivi al suo pazzesco record di Vars è la naturalezza con la quale il quasi ventinovenne (compirà gli anni il 31 marzo) di Rue Croues, frazione di Champoluc (Ao), commenta la sua impresa. “Oggi è la prima volta che vado veramente forte con tanta velocità – racconta -. In questi giorni ho sistemato tante piccole cose, come ad esempio affrontare nella giusta misura una piccola decompressione che ci aveva creato qualche problema. Ci tenevo molto a farlo, lo dedico a mio papà Domenico che è scomparso da poche settimane. Questo record è la dimostrazione che se trovo un bel piano dove potere rallentare senza rischi, mi possono mettere qualsiasi tipo di pendenza che non ho paura ad affrontarla”.

Vincitore del titolo mondiale e della Coppa del mondo nel 2015, Ivan si è imposto in 23 gare sul circuito e vanta ancor oggi il record del mondo juniores realizzato qualche anno fa. Nel 2009 rischiò di mettere fine alla propria carriera agonistica a causa di un bruttissimo incidente sugli sci. “Stavo allenandomi da solo sulla pista di casa di Champoluc quando sono uscito di pista ad alta velocità, finendo contro un albero. Mi ruppi parecchie vertebre e costole, l’omero, il bacino e mi diagnosticarono pure un versamento polmonare. Quel giorno, mentre mi portavano in ospedale, promisi a me stesso che avrei deciso di smettere soltanto per una mia decisione e non per una causa accidentale, adesso posso dire di avere preso la mia rivincita sul destino”.    

La giornata del record è stata ricca di emozioni. “Nel primo giro ho spigolato vicino alle cellule, mi sono un po’ fatto male all’anca, sono tornato in cima per fare stretching e mi sono scaldato. E’ stato in quel momento che ho capito che avrei fato qualcosa di grandioso. Il record era l’ultimo tassello che mi mancava, non pensavo di riuscirci perchè Simone a queste velocità bastona sempre tutti. Adesso ho la pancia piena, se viene qualcosa di meglio in futuro bene, altrimenti sarò ugualmente contento così. L’anno scorso non ero nemmeno venuto fin qui,  ho pensato che avrei dovuto provarci. Un ringraziamento particolare va a Simone, perchè se ho fatto questo è grazie anche a ciò che lui ha fatto prima di me, bene o male ho copiato tante cose da lui, e un grazie va anche al mio skiman Marco Bozzolo”.

Ivan Origone: “Un record per papà Domenico che non c’è più. Questa misura è anche per Simone che mi ha aiutato molto”

26 Marzo 2016

Ciò che sorprende di Ivan Origone nei minuti successivi al suo pazzesco record di Vars è la naturalezza con la quale il quasi ventinovenne (compirà gli anni il 31 marzo) di Rue Croues, frazione di Champoluc (Ao), commenta la sua impresa. “Oggi è la prima volta che vado veramente forte con tanta velocità – racconta -. In questi giorni ho sistemato tante piccole cose, come ad esempio affrontare nella giusta misura una piccola decompressione che ci aveva creato qualche problema. Ci tenevo molto a farlo, lo dedico a mio papà Domenico che è scomparso da poche settimane. Questo record è la dimostrazione che se trovo un bel piano dove potere rallentare senza rischi, mi possono mettere qualsiasi tipo di pendenza che non ho paura ad affrontarla”.

Vincitore del titolo mondiale e della Coppa del mondo nel 2015, Ivan si è imposto in 23 gare sul circuito e vanta ancor oggi il record del mondo juniores realizzato qualche anno fa. Nel 2009 rischiò di mettere fine alla propria carriera agonistica a causa di un bruttissimo incidente sugli sci. “Stavo allenandomi da solo sulla pista di casa di Champoluc quando sono uscito di pista ad alta velocità, finendo contro un albero. Mi ruppi parecchie vertebre e costole, l’omero, il bacino e mi diagnosticarono pure un versamento polmonare. Quel giorno, mentre mi portavano in ospedale, promisi a me stesso che avrei deciso di smettere soltanto per una mia decisione e non per una causa accidentale, adesso posso dire di avere preso la mia rivincita sul destino”.    

La giornata del record è stata ricca di emozioni. “Nel primo giro ho spigolato vicino alle cellule, mi sono un po’ fatto male all’anca, sono tornato in cima per fare stretching e mi sono scaldato. E’ stato in quel momento che ho capito che avrei fato qualcosa di grandioso. Il record era l’ultimo tassello che mi mancava, non pensavo di riuscirci perchè Simone a queste velocità bastona sempre tutti. Adesso ho la pancia piena, se viene qualcosa di meglio in futuro bene, altrimenti sarò ugualmente contento così. L’anno scorso non ero nemmeno venuto fin qui,  ho pensato che avrei dovuto provarci. Un ringraziamento particolare va a Simone, perchè se ho fatto questo è grazie anche a ciò che lui ha fatto prima di me, bene o male ho copiato tante cose da lui, e un grazie va anche al mio skiman Marco Bozzolo”.